Club turchi. Com’è che possono spendere così tanto?

Il derby intercontinentale tra Fenerbahçe e Galatasaray, disputato sabato scorso, ha offerto uno spettacolo emozionante e ad alto livello, come ci si aspettava. La partita ha visto ritmi incalzanti dall’inizio fino al novantesimo minuto, regalando ai tifosi lampi di classe e azioni da gol a ripetizione. La vittoria era l’unico risultato accettabile per entrambe le squadre, un evento che non solo rappresenta una rivalità storica, ma è anche uno dei momenti clou della stagione calcistica turca.

I protagonisti della partita

Tra i protagonisti di questo attesissimo incontro c’erano nomi noti ai fan del calcio europeo, con giocatori che hanno militato in alcuni dei migliori campionati del mondo. Sul campo si sono affrontati talenti come Edin Džeko e Dries Mertens, Fred e Dušan Tadić, Lucas Torreira e Davinson Sánchez. Questi giocatori, pur avendo già lasciato i loro segni in Premier League, Liga e Serie A, sembrano ora aver intrapreso una nuova avventura in Turchia. Sebbene siano stati accostati a un’idea di fine carriera, non si può ignorare che il calcio turco stia diventando una destinazione sempre più ambita anche per nomi di spicco.

In campo, tuttavia, non erano presenti solo veterani; anche giovani stelle come Allan Saint-Maximin, Dominik Livaković, Jakub Szymański e Victor Osimhen hanno dimostrato il loro valore. Durante la partita, il Fenerbahçe, costretto a inseguire dopo essere andato sotto 0-3, ha dovuto aprirsi e cercare di recuperare, ma alla fine il punteggio si è stabilizzato sul 1-3. Questo risultato ha permesso al Galatasaray di consolidare la propria posizione di vertice nella classifica, allungando il distacco a +5 e avviandosi verso un potenziale secondo titolo consecutivo.

Un campionato in crescita

Questo derby non è solo un incontro tra due squadre, ma rappresenta anche il culmine di una trasformazione del calcio turco. Negli ultimi anni, gli investimenti nel campionato sono cresciuti in modo sorprendente. Nell’estate scorsa, i club turchi hanno speso oltre 135 milioni di euro, mentre le entrate dalle cessioni si sono fermate a circa 83 milioni di euro. Un dato che evidenzia un trend crescente rispetto alle due stagioni precedenti, durante le quali le spese complessive hanno superato i 150 milioni di euro. Questi investimenti provengono in gran parte da giocatori che hanno militato nei più prestigiosi campionati europei, dando così una nuova vita e visibilità alla Süper Lig.

La Turchia, tradizionalmente considerata un campionato in difficoltà, sta attirando calciatori di livello internazionale, a volte in maniera inaspettata. La combinazione di acquisti mirati e investimenti ha portato a una qualità di gioco che ha stupito molti esperti. Tuttavia, questa situazione non è priva di contraddizioni: i club turchi si trovano in una condizione economica delicata, con un debito aggregato che nel 2021 ha superato i 1,7 miliardi di euro. Questa precarietà finanziaria ha portato a una situazione in cui molti club, tra cui i giganti di Istanbul, sono stati costretti a ristrutturare i propri debiti.

Le parole di un esperto

In un’intervista anonima a The Athletic, un agente di una delle maggiori agenzie di calcio ha affermato: «Il treno è uscito dai binari, perché sono impazziti, non so dove abbiano trovato i soldi». Questa affermazione rispecchia l’attuale caos finanziario e l’apparente contraddizione tra la spesa e la realtà economica. Le leghe calcistiche, che generalmente rappresentano una fonte primaria di reddito per i club, non stanno contribuendo come in passato. I diritti televisivi per la Süper Lig sono diminuiti, e l’accordo recentemente firmato con BeIN Sports è solo leggermente superiore al precedente contratto, il che non fa presagire una ripresa immediata.

Le strade da percorrere

Come hanno fatto allora questi club a tornare sul mercato con investimenti così significativi? In primo luogo, hanno sfruttato la loro visibilità per ottenere nuovi accordi di sponsorizzazione. Un esempio lampante è la partnership del Galatasaray con Socar, la compagnia petrolifera statale azera, per un valore di 15 milioni di euro all’anno. Anche l’accordo con Sixt, una società di autonoleggio, ha portato a un’entrata di 20 milioni annui. Inoltre, ci sono stati investimenti nel naming rights degli stadi, come l’accordo tra il Trabzonspor e Papara, una banca digitale, che porterà 10 milioni di euro all’anno per cinque stagioni.

Il Fenerbahçe ha anche mostrato una certa abilità nel trading dei giocatori, vendendo nomi importanti come Kim Min-Jae, Eljif Elmas e Arda Güler, dimostrando che nonostante le sfide, ci sono opportunità di crescita e di profitto.

L’influenza della politica sul calcio

Uno degli aspetti più intriganti del calcio turco è il suo legame con la politica. Come sottolineato da Marco Bellinazzo sul Sole 24 Ore, il patriottismo di Kemal Atatürk ha trovato una nuova forma nel nazionalismo di Recep Tayyip Erdoğan, il quale ha investito massicciamente nel calcio come simbolo di potere e orgoglio nazionale. Tra il 2009 e il 2017, sono stati costruiti 21 nuovi stadi, e nel periodo successivo sono stati inaugurati altri 21 impianti.

Questi investimenti non solo hanno migliorato le infrastrutture, ma hanno anche elevato lo status del calcio turco a livello internazionale. L’assegnazione della finale di Champions League del 2023 a Istanbul è solo un esempio di come la Turchia si stia posizionando come un centro calcistico di riferimento.

Un futuro incerto

Tuttavia, il calcio turco non può permettersi un crollo, né dal punto di vista sportivo né economico. I dirigenti dei club sono convinti che, in caso di necessità, il governo interverrà per salvarli. Questo porta a una mancanza di responsabilità finanziaria, rendendo i grandi club “too big to fail”. Nonostante tutto, l’assenza di conseguenze negative non significa che il campionato sia in salute. Recenti eventi, come la polemica supercoppa in cui il Fenerbahçe ha rinunciato a giocare contro il Galatasaray, hanno mostrato le tensioni interne.

La passione dei tifosi

In Turchia, la passione per il calcio è palpabile, ma il livello di gioco spesso non corrisponde alle aspettative. La vittoria del Galatasaray nella Coppa UEFA del 2000 rimane l’ultimo grande trionfo internazionale per una squadra turca, e la Süper Lig è attualmente al decimo posto nel ranking UEFA, dietro a campionati come quello belga e ceco.

I club turchi stanno tentando di invertire questa tendenza negativa. L’arrivo di nuovi talenti e le strategie di mercato mirate potrebbero rappresentare la chiave per rinvigorire il campionato. Tuttavia, affinché questa trasformazione diventi realtà, ci vorrà tempo e pazienza. La sfida più grande resta quella di migliorare la qualità del gioco e di attrarre nuovamente l’attenzione degli appassionati, non solo in Turchia, ma a livello internazionale.

Conclusione

Il derby tra Fenerbahçe e Galatasaray è solo un pezzo di un puzzle più grande, un simbolo di una lotta continua per il dominio nel calcio turco. Le rivalità storiche, le nuove alleanze e le trasformazioni economiche rendono il panorama calcistico turco affascinante e complesso. Se il paese riuscirà a mantenere la propria passione e a migliorare la qualità del gioco, potrebbe non solo rimanere rilevante nel contesto europeo, ma anche tornare a competere con i grandi club del continente. Tuttavia, il cammino è lungo e le sfide sono molte. L’unica certezza è che la Süper Lig continuerà a stupire e a offrire emozioni ai tifosi di tutto il mondo.

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