Cosa ne penso dello spot di ADLinko
Che è maledettamente onesto. Davvero. Salvo qualcosina che mi fa storcere il naso ho trovato lo spot pubblicitario di ADLinko onesto come pochi se ne vedono in ambito SEO. Visto che ultimamente sono bombardato dallo spot su YouTube, oggi ho deciso di commentarlo.
Non entro nel merito della società nè del servizio che offrono quindi oggi non voglio consigliarli nè sconsigliarli e tantomeno esprimere un giudizio a riguardo. Vorrei solamente condividere le considerazioni di un SEO a proposito di uno spot SEO che ho trovato gradevole ma soprattutto abbastanza onesto.
Se per caso sei capitato in questo articolo per cercare feedback riguardo ADLinko mi spiace deluderti: Non posso dartene. Non li conosco nè ho mai avuto a che fare con loro. L’unica cosa che posso fare è segnalarti dove trovare recensioni di chi è stato loro cliente, indicandoti la scheda di Google My Business di ADLinko qua sotto.
Lo spot SEO di ADLinko su YouTube. Guardiamolo insieme.
Lo spot è abbastanza lungo se penso ai classici che durano 30 secondi. Il tempo però è usato completamente per dare informazioni utili al potenziale cliente, incuriosendolo ad approfondire il servizio per scoprire costi e tempistiche. Vediamolo nel dettaglio, analizzandolo pezzo per pezzo.
La prima pagina
Lo spot si apre parlando della prima pagina anziché della prima posizione. Questa è una delle cose che non mi sono piaciute tanto dello spot. Come consulente SEO credo di poter dire che ormai se non si è 1° o quantomeno 2° o 3° è inutile essere anche in 1° pagina. Questo ovviamente vale per molti casi e non vale per altri, tuttavia la mia è una considerazione da tenere a mente quando si valuta un lavoro di posizionamento.
Prima di capire dove possiamo arrivare con un lavoro di posizionamento, dovremmo capire quale posizione ci serve. Sei un imbianchino di Milano? Devi essere 1° allora e non “in 1° pagina”. Hai un eCommerce che vende scarpe? Essere 1° sarebbe sicuramente auspicabile ma nella 1° pagina ci sono altre 9 posizioni che sarebbero ugualmente degne e meritevoli di un lavoro di posizionamento.
A parità di tutti gli altri fattori che determinano il posizionamento su Google è l’unica arma che ti può ancora permettere di posizionare e mantenere il tuo sito web in 1° pagina.
Meravigliosa. Questa è la frase più bella dello spot. Parliamo di link building e qua ADLinko in pochi secondi regala all’utente ore che valgono migliaia e migliaia ed ancora migliaia di Euro in corsi di formazione e prove sul campo.
2 siti web a parità di fattori hanno una sola arma per vincere l’uno sull’altro: La link building. Un lavoro di posizionamento insomma. Al diavolo attività di digital PR, il calendario editoriale e la SEO. Diciamolo senza aver paura di dirlo: Nel 2020 le keyword dove girano i soldi si prendono solamente con un lavoro di posizionamento, il resto è attività di contorno propedeutica al risultato ma che di contorno resta. Senza la link building – senza un lavoro di posizionamento – non si va mai più di tanto lontani sulle, ripeto, keyword dove girano i soldi veri. Quindi smettiamola di perdere tempo e facciamo si SEO ma anche e soprattutto un lavoro di posizionamento senza illuderci che un tag qui, quo e qua possano fare la differenza. Non la fanno. La fa solo un lavoro di posizionamento.
1° realtà in Italia. Cheap talk che non mi piace anche quando vero.
Leader nel settore. 1° realtà in Italia. Questo e tanti altri slogan sono il cheap talk che non mi piace. Nel 2020 ha ancora senso dirlo? Magari è anche vero ma ormai ha una connotazione negativa anche fra le masse meno competenti in materia di digitale. L’offline ha fatto scempio di slogan del genere, ormai usarli fa più danni che altro per me.
1° realtà in Italia certificato da chi? Cheap talk che avrei preferito vedere sostituito con un più umile “fra i migliori”. Ormai, ripeto ancora, definirsi 1°, leader e quant’altro non ha senso per me. Si rischia solo di passare per cazzari anche quando magari si è davvero i 1°.
Tasso di successo del 90%
Anche qua è cheap talk che non mi piace. Chi la certifica questa cosa? Le metriche si falsano ed interpretano. Nel 2020 ha ancora senso sparare numeri del genere? Senza fraintendermi sia chiaro: Non sto dicendo che ADLinko abbia detto una cazzata, sarà sicuramente vero, ma che valore ha uno slogan del genere quando, ripeto di nuovo, le metriche si falsano ed interpretano a piacimento?
Un esempio banale che uso per motivare il fatto che odio i casi di successo che riportano valori relativi. Prendo in mano un sito web e lo porto ad avere da 1 visita al giorno a 2: Ho fatto il 100% di crescita organica. Sono un mago di posizionamento e SEO? No. Anzi. Sono un pessimo consulente visto che il lavoro non ha portato praticamente a niente.
Analogamente questo discorso lo faccio per i casi in cui l’oggetto è il fatturato. Grazie ad un lavoro di posizionamento il fatturato di un’azienda passa da 30.000€ a 60.000: Ho fatto ancora il 100%. I lavori però sono costati 60.000€ che sommati agli altri costi d’impresa portano la società in perdita di 30.000. Siamo ancora sicuri di aver fatto crescere il fatturato dell’azienda del 100%? Non è che magari dovrei sotterrarmi per averla praticamente fatta fallire? Per questo, aggiungo, in questo caso un case study non dovrebbe basarsi neanche sulla crescita del fatturato. Figuriamoci farne di basati su mere crescite %. A che servono? A tirare acqua al proprio mulino, sfruttando dati a proprio vantaggio quando anziché dimostrare la nostra competenza non fanno altro che dimostrare il contrario. Come direbbe un mio vecchio professore: Un indicatore da solo o non interpretato non ci dice niente.
E qua chiudo di nuovo precisando che non sto parlando di ADLinko, sia chiaro. Ho semplicemente aperto una parentesi per approfondire i casi di cheap talk basati su slogan % e numerici che a me non piaciono per niente. Adesso ho finalmente un paragrafo da linkare a tutti quelli che mi chiedono perché odio certi tipi di casi di “successo” ed i “professionisti”.
Prenota la consulenza gratuita
Alla fine la CTA è la prenotazione di una consulenza gratuita che è un’altra cosa straordinaria che ho apprezzato. Lo spot non cerca di vendere un prodotto specifico o meglio lo fa – la link building – ma prima ti chiama a fissare una consulenza gratuita per, immagino, sincerarsi delle tue necessità.
Cosa ne penso dello spot di ADLinko
Mi è piaciuto parecchio, è un buonissimo spot. Salvo i 2 casi di cheap talk che odio quanto i broccoli in brodo, lo spot mi è piaciuto davvero. L’ho trovato onesto ed in questo lavoro non c’è niente di più importante. Prima di tutto vengono i risultati ma per poterli raggiungere è necessario che il cliente abbia fiducia. Non so se ADLinko li porti davvero ma se fossi un loro potenziale cliente di sicuro lo spot mi avrebbe dato tanti motivi per dargliela.
A scanso di equivoci: #noadv. Per una volta mi ha fatto piacere aver trovato qualcosa di piacevole di cui parlare. Per il mondo forse c’è ancora speranza.