Intervista SEO: Fabio Papalia.
Partiamo dall’inizio. Quando e dove sei nato? In che città vivi oggi? Introduci Fabio Papalia in 2-3 righe.
Sono nato e vivo a Roma dal 1980. Anche se oggi il mio lavoro si divide su diversi aspetti del digital, dal social fino al problem solving avanzato per WordPress, sono e rimango professionalmente un seo specialist nel senso tradizionale. Non solo SEO, quindi, ma come base, rimane sempre. Come approccio, ma anche come fonte delle richieste commerciali vere e proprie.
Qual è l’ultimo titolo di studio che hai conseguito? Pensi che ti abbia aiutato nel tuo lavoro di consulente SEO? Perché?
Ho un dottorato di ricerca in storia dell’Italia contemporanea. Ho passato anni in archivi e biblioteche. Poi sono arrivato a lavorare su Google, che è il più grande archivio della storia mondiale dell’umanità. Non ci vedo niente di più coerente. Google è un archivio che raccoglie, cataloga e restituisce parole e testi. La pazienza e la perizia dello storico è un plus prezioso per maneggiarlo al meglio.
Quando hai cominciato ad occuparti di SEO? Ma soprattutto come hai imparato? Qualche consiglio per le nuove leve?
Ho iniziato nel 2006. Un piccolo progetto locale, una cosa anche carina per l’epoca. All’epoca per “fare seo” bastava rimediare qualche link, chi c’era se lo ricorda bene. Nei successivi 10 anni abbiamo maneggiato centinaia di migliaia di link, salvo poi cambiare approccio con la crisi di settore del 2013-2015. Continuando a posizionare siti, comunque.
Per iniziare oggi vale quello che valeva allora, tutto sommato. Partire con un piccolo progetto personale da poter monitorare e far crescere in prima persona, fino a portarlo al successo (nei limiti del possibile, ovviamente). Questo mestiere si impara davvero sul campo, e un sito web da gestire in prima persona è il primo passo per sperimentare tutto ciò che serve per apprendere le basi.
Cosa ne pensi di Alphabet come azienda e Google come servizio? Li ritieni più amici o nemici delle imprese?
Su Alphabet non saprei, ha alcune eccellenze assolute e altri progetti più approssimativi. E’ anche normale per un gruppo di quelle dimensioni, non si può fare bene tutto.
Google come core è senz’altro amico delle aziende. Da sempre. Ma va usato con intelligenza se stiamo parlando di pubblicità, per esempio, altrimenti diventa un costo ingiustificato. E mi riferisco alla seo ma anche all’adv, ovviamente.
Come vedi Google fra 10 anni? In cosa pensi che cambierà?
10 anni sono tantissimi sul web. Quello che cambierà sta già cambiando da qualche anno, in realtà. L’indice si sta stratificando in nodi, sfoglie di significato, intento e localizzazione. Era inevitabile. In ogni caso a livell odi uso comune non cambierà moltissimo, per i non addetti ai lavori.
Secondo te qual è il principale fattore di ranking su Google?
Il testo come densità e frequenza è ormai veramente il fattore primario del posizionamento, se lo sai usare. Vale per i piccolissimi siti come per le grandi realtà editoriali.
Ma d’altra parte l’infrastruttura ha anch’essa acquisito valore. Quindi saper incidere sulle performance tecniche è indispensabile: mi riferisco alla velocità di download della pagina in tutte le sue sfaccettature, ad esempio.
Le metriche di popolarità, cioè i link, hanno davvero perso terreno progressivamente. Ma lasciamole come fattore da considerare. Senza stress.
Quali sono i primi 3 SEO italiani che ti vengono in mente? Perché ti sono venuti in mente proprio loro e non altri?
Claudio Fiorentino per la visibilità e per l’esperienza acquisita negli ultimi 10 anni, e perché è un amico.
Marco Loguercio per le doti imprenditoriali e la vision professionale, davvero d’altri tempi.
Fabio Sutto per lo stile comunicativo e l’esperienza totale nel digital marketing; anche se oggi definirlo semplicemente un seo è improprio, Fabio è tra i padri nobili della professione in Italia.
Altra domanda a bruciapelo. Quali sono i primi 3 software che ti vengono in mente per fare SEO? Li consiglieresti?
Ti deludo, forse. Google Search Console, Google Analytics e l’indice pubblico di Google. Non hai bisogno di altri software (ma chi ci conosce sa bene che abbiamo questo approccio da sempre, e funziona).
Yoast SEO. Usi questo plugin di WordPress? La versione premium – magari coi 4 addon – vale la spesa? Credi che ci sia un plugin migliore oppure che sia meglio non usarne?
Noi preferiamo da sempre All In One SEO Pack perché è più leggero e fa tutto ciò che serve. Ovviamente abbiamo cumuli di clienti che usano Yoast. Non vale la pena di montare la premium, ma soprattutto conviene spegnere tutti i semafori, appena possibile.
Convinci il pubblico. Perché dovrebbero fissare una consulenza SEO? Che benefici potrebbero trarne?
In ogni caso noi pensiamo che il cliente per la SEO non vada convinto ad usare la seo, ma anzi ad usarla solo se strettamente indispensabile. Odiamo chi ci chiede di fare cose superflue, per esempio.
La seo è uno strumento per raggiungere un pubblico, un target di clienti. Ciò che conta è il progetto, il prodotto, l’azienda (o il sito, se si vuole). Il consulente seo deve essere un facilitatore, uno specialista che sa cosa fare per ottimizzare o risolvere un determinato problema, incidere su una determinata metrica. I clienti migliori sono quelli che sono già consapevoli di cosa vogliono e perché lo vogliono, e cosa se ne faranno della metrica a cui ambiscono. La visione di progetto è essenziale: poi se si tratta di “discutere con Google” in modo serio allora è senz’altro meglio ingaggiare uno specialista che sappia farlo in modo concreto, senza concedere troppo spazio alle mode del momento e senza sprecare risorse (di ogni tipo). Ottimizzare significa ottimizzare, in fondo.