Intervista SEO: Giovanni Sacheli.

Giovanni Sacheli
Giovanni Sacheli / Consulente SEO di Milano

Partiamo dall’inizio. Quando e dove sei nato? In che città vivi oggi? Introduci Giovanni Sacheli in 2-3 righe.

Ciao Luca, grazie per questa intervista.

Mi chiamo Giovanni Sacheli e sono nato il 07/02/1980 a Cassano d’Adda in provincia di Milano. Sono cresciuto a Merate, in Brianza, dove sono restato con la mia famiglia fino alla laurea all’età di 25 anni. I miei dopo hanno divorziato, hanno tenuto duro il più possibile, che grandi persone 🙂

Ho iniziato a lavorare a Milano come financial controller in Prada SpA e per quattro anni ho fatto il pendolare depresso.

A 29 anni ho capito che quella vita non faceva per me: mi sono immaginato a 50 anni, pendolare depresso, e mi sono spaventato, così mi sono licenziato. Per fortuna ho capito, prima che fosse troppo tardi, che per essere felice ed appagato avrei dovuto seguire le mie passioni, una fra tutte il web.

Qual è l’ultimo titolo di studio che hai conseguito? Pensi che ti abbia aiutato nel tuo lavoro di consulente SEO? Perché?

Dopo il liceo scientifico ho studiato economia aziendale alla Bocconi (vecchio ordinamento, e ci tengo a precisarlo) e credo che sia stato fondamentale per la mia carriera, anche se il percorso di studi non aveva niente a che vedere con internet.

La forma mentis pratica e razionale che ho oggi, l’imprenditorialità e la gestione finanziaria arrivano da quei 5 anni trascorsi in Bocconi. Sapersi vendere bene, selezionare i giusti clienti, gestire i conti e le finanze sono aspetti che mi sono stati molto utili per massimizzare i miei introiti. È vero che ho scelto di seguire la passione, ma lavoro per i soldi e non lo nascondo mai.

Quando hai cominciato ad occuparti di SEO? Ma soprattutto come hai imparato? Qualche consiglio per le nuove leve?

L’amore per il web è nato con l’arrivo dei modem 56k. Dalle mie parti internet si diffuse che ero al liceo, era circa il 1995. Iniziai a fare siti web con FrontPage nei quali inserivo gli MP3 dei miei DJ set, perché tra le tante passioni che avevo c’era anche la musica elettronica.

Dopo l’esperienza in Prada ho capito che avrei vissuto di internet: Arrivava Facebook in Italia e la Brianza era piena di aziende, vedevo opportunità in ogni dove.

Grazie al TFR ricevuto ho potuto trascorrere a casa circa un anno ad apprendere la mia nuova professione. Studiavo HTML, AdWords, Facebook Ads, WordPress, passavo le mie giornate imparando cose nuove e visitando imprenditori. Raccontavo loro delle possibilità della pubblicità online e dei social, fù così che iniziai, vendendo adv su Google e sui social.

I primi anni fù molto dura, guadagnavo poco, ma almeno ero felice e ci credevo fermamente.

Dopo le prime esperienze capii qual era la nicchia che mi appassionava nel mare magnum del web marketing: La SEO. Ho sempre amato trascorrere tempo ad ottimizzare “le cose”, dal motore 2 tempi della mia moto da cross, a tutto ciò che aveva un processo migliorabile. Cosa meglio della SEO per enfatizzare questa mania?

Decisi quindi di specializzarmi in questo ramo e contattai due società che ai tempi erano al top per la SEO: SEMS a Milano di Loguercio, e Bruce Clay in California. Feci colloqui in entrambe le società e fui assunto in BC, purtroppo non in California ma nella loro nuova sede europea in Svizzera. Così lasciai casa mia, i miei amici e parenti per trasferirmi a Como in uno squallido monolocale di 20MQ per fare il frontaliere. L’unica cosa che mi interessava era diventare un bravo SEO.

Scelta difficile trasferirsi, ho sempre patito psicologicamente i cambiamenti, e la solitudine non aiutava. La mia compagna aspettava di vedere come “buttava”, prima di lasciare il suo lavoro a Genova e trasferirsi con me, giustamente!

Per fortuna la passione mi spingeva a continuare e così feci, senza mai guardarmi indietro. Bruce Clay fù la mia nave scuola, imparai molto sulla SEO tecnica, sui processi che un SEO professionista doveva seguire, sulla gestione dei clienti e soprattutto sul potenziale economico di quello che stavo facendo.

In seguito fui contattato da uno startupper danese che stava avviando la sua terza agenzia SEO in Europa, più precisamente a Lugano, e mi fece una proposta economica che nessuno avrebbe rifiutato. La società si chiamava Searcus Swiss.

Oggi, 7 anni dopo, sono l’unico proprietario di quella società, che acquistai in 4 step a caro prezzo. Sono una persona realizzata, ho una compagna, 2 figli e guadagno cifre che mai avrei pensato di portare a casa. Tuttavia, sono estremamente ambizioso e ogni progresso economico non è che un nuovo scalino di una scala infinita, non mi sento arrivato e credo che mai mi sentirò tale.

Cosa ne pensi di Alphabet come azienda e Google come servizio? Li ritieni più amici o nemici delle imprese?

Lo ammetto, non amo Google.

Alphabet è una società a scopo di lucro e come tale non posso vederci del “bene”. Google è il mio campo da gioco, è vero, ma se non ci fosse Google sarebbe un altro e non credo che nel suo DNA ci sia un ente benefico.

Con le campagne PPC dei miei clienti ho portato molti soldi a Google, il quale non ha mai riconosciuto 1€ di cashback, a me e chi fa il mio mestiere. Quindi non credo di dovergli proprio niente, anzi.

Inoltre, Google vive e vegeta in un mercato monopolistico che, per definizione, non è pro-aziende. Il detto di Google “don’t be evil” è rappresentativo se ci pensi, se lo dicono da soli…

Come vedi Google fra 10 anni? In cosa pensi che cambierà?

Previsioni a 10 anni sono impossibili da fare, se non viaggiando con la fantasia.

Credo che le corporation, o verranno regolate, o si mangeranno tutto e c’è poco da obiettare: hanno PIL maggiori di molte nazioni. Inoltre, come tuti ben sappiamo, l’essere umano è debole ed egocentrico e, come tale, si fa comprare e corrompere facilmente, lo vediamo con i politici in Italia e altrove. Chi ha il potere ne avrà sempredi più, “i soldi fanno soldi” lo hai già sentito dire?

La potenza economica di Google, e di altre società, potrà comprare ogni cosa a meno che, come detto, non verranno regolate e limitate queste grandi corporazioni.

Secondo te qual è il principale fattore di ranking su Google?

Specializzazione e verticalità. I siti web che ho visto crescere di più in questi anni sono siti monotematici o comunque di settori molto ben definiti, curati da persone che sanno di che parlano e redazioni composte da veri esperti di settore. I contenuti PRO escono solo da persone con skill molto verticali.

I siti web che invece ho visto crollare sono spesso generalisti, scritti e gestiti da persone che non hanno passione per quello che fanno.

Se fai SEO per soldi non ne farai mai, se invece lo fai per passione potrai diventare ricco.

Quali sono i primi 3 SEO italiani che ti vengono in mente? Perché ti sono venuti in mente proprio loro e non altri?

Italiani? Me ne vengono due in mente.

Il solito e pluricitato Enrico Altavilla, non credo sia una novità: fù il primo a parlare di SEO di un certo livello prima di molti altri.

Marco Maltraversi, perché scrisse il primo libro che lessi sulla SEO. Motivo per cui, quando l’anno scorso di chiedese di essere coautore del suo prossimo manuale (SEO Audit Avanzato), fui estremamente onorato.

Uscendo dal paesello invece mi vengono in mente…

Bill Slawski, perché è l’unico SEO che legge, capisce e spiega i brevetti pubblicati. Hai provato a leggere un brevetto? Bene, se ci capisci qualcosa sei un genio.

Rank Fishkin, perché è stato l’anchorman della SEO per molti anni e ne ha favorito la diffusione della sua cultura.

Bruce Clay, perché è stato il mio maestro.

Altra domanda a bruciapelo. Quali sono i primi 3 software che ti vengono in mente per fare SEO? Li consiglieresti?

Domanda troppo facile.

In ordine d’importanza: Excel, Screaming Frog e Google Search Console. Ho due stagisti in agenzia e sto dedicando molto tempo alla formazione su questi tool, senza i quali non potrebbero mai fare una buona SEO tecnica.

Yoast SEO. Usi questo plugin di WordPress? La versione premium – magari coi 4 addon – vale la spesa? Credi che ci sia un plugin migliore oppure che sia meglio non usarne?

Yoast. Non mi aspettavo questa domanda 🙂 Mai usato e mai lo userò. Yoast è un plugin in gran parte inutile e pesante, che convince la gente di fare SEO con uno stupido semaforo e settando due impostazioni in croce.

Nel mio sito web, e quelli dei miei clienti che usano WordPress, quello che serve lo programmo a manina: sono pieno di micro-plugin custom per gestire tutti gli aspetti SEO che mi interessano. Ho imparato PHP solo per questo.

Yoast non è per i SEO, Yoast è per i wannabe SEO o per gente che di SEO non ne vuole proprio sentire parlare. Basta vedere che sitemap.xml genera per rendersi conto della scarsa validità e bassa specializzazione di questo plugin.

Yoast Premium? Idem come sopra. Se non ti occupi di SEO e non sai programmare due righe in croce, allora usalo, altrimenti lascia stare ed impara a sporcarti le mani.

Convinci il pubblico. Perché dovrebbero fissare una consulenza SEO? Che benefici potrebbero trarne?

Oggi, dopo 11 anni di SEO, posso dire che in agenzia non ho commerciali e non mi servono. Quando li avevo hanno solo fatto grandi casini.

Per fortuna (anche se non credo che si tratti di fortuna) ho la possibilità di scegliere con chi lavorare: I miei clienti sono stabili negli anni, ho un turnover molto basso e ho poco tempo a disposizione per nuovi progetti. Se devo fare una proporzione, circa l’80% dei miei contratti va avanti da più di 5 anni.

In agenzia siamo pochi, non ho mai avuto la smania di crescere come personale perché perderei il livello di qualità e professionalità raggiunta, di conseguenza il numero di clienti gestibili è relativamente basso, 20 o 25 al massimo. Quando si libera uno slot, seleziono con molta cura il prossimo cliente. È più probabile che dica no piuttosto che si.

Quindi, in risposta alla tua domanda, non sono io che devo convincere il cliente ma viceversa, ed auguro a tutti i SEO di poter raggiungere questo status, di cui vado estremamente fiero.

PS: Ma quanto è bella la SEO?!

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