SEO. 3 cause di fallimento.
Un lavoro di posizionamento e SEO può fallire per una miriade di motivi che ho tuttavia raccolto in 3 macrocategorie: L’incapacità del consulente SEO, l’arrivo di nuovi competitor ed in fine ma non per ultimo un cambiamento dell’algoritmo di Google.
1. L’incapacità del consulente SEO.
Una delle principali cause di fallimento di un lavoro di posizionamento e SEO è sicuramente l’incapacità del consulente SEO. Una causa spesso insabbiata e sottovalutata, di cui si ha una paura tremenda di parlare.
Nessuno è salvo dal commettere errori ma bisogna fare un distinguo fra 3 tipi di soggetti. Quelli che prendono il lavoro e non lo fanno, quelli che non hanno idea di come farlo e quelli che commettono errori umani, come tutti direi, lungo il percorso.
1.1. Quelli che prendono il lavoro e non lo fanno
Questi più che consulenti SEO incapaci sono dei veri e propri truffatori, dei ladri di primissima categoria se mi è consentito. Spesso il loro core business è generare lead piuttosto che occuparsi di posizionamento e SEO. Una volta fatto firmare il cliente spariscono oppure gli propongono report fini a sè stessi ed insensati per dare la parvenza di stare svolgendo il lavoro, spesso spariscono o si fanno vivi solo in caso di solleciti dello sventurato cliente.
Forti del fatto che non si possa garantire il risultato, nonostante alcuni offrano formule in tal senso, sono in una botte di ferro dato che per il cliente sarà difficile dimostrare dolo o quantomeno colpa nel loro operato.
Fra tutte le cause di fallimento di un lavoro di posizionamento e SEO questa per me è la peggiore e quella che fa più danni. Danni al cliente perché porta via non solo un sacco denaro e tempo ma anche la speranza nel proprio progetto e danni agli altri consulenti SEO perché spazza via la fiducia nell’intera categoria.
1.2. Quelli che non hanno idea di come farlo
I copywriter oppure le nuove leve ad esempio. Spesso i primi si promuovono come consulenti ed esperti di SEO, a volte a ragione ma spesso senza avere reali competenze di SEO che per me nulla hanno a che fare con la redazione dei testi. Certamente un testo si può manipolare affinché diventi più appetibile agli occhi Google ma nel lungo periodo è una tecnica che consta più di insidie che altro e non vale il boost iniziale IMHO. In ogni caso qua citavo i copywriter che usano completamente a caso la parola SEO qua e la, non voglio affatto prendermela con una categoria per pochi poco professionisti.
Le nuove leve invece soffrono d’incompetenza buona e sicuramente di poca esperienza che non dev’essere per forza un male. Lo diventa quando si vendono come figure senior, quelli che chiamo “consulenti esperti SEO specialist“, quando fino a ieri non avevano mai lavorato neanche sul blog del loro amico che parla di Gormiti. Che poi quand’è che si diventa davvero Senior? Dopo 5 anni d’esperienza? 10? 20? Forse 30? 50 dici? Il lavoro qua o sai farlo o non sai farlo, dare una parvenza di competenza sfruttando fantasmagorici titoli autoeletti non ci rende migliori. E lo dico anche per me, per questo personalmente mi definisco solo un “SEO & webmaster” e se proprio devo un “consulente SEO” senza aggiungere Senior, Junior, Master, Alien, Cazzen, Budden, ecc…
1.3. Quelli che commettono errori lungo il percorso
Questo sono io e non ho paura di dirlo. In questa categoria ci siamo tutti. Chi non sbaglia non impara e chi non impara rimarrà sempre fermo, motivo per cui sbaglierà. È un circolo – per me virtuoso – in cui ci troviamo tutti. Si sbaglia ogni giorno in continuazione ed ogni giorno s’imparano cose straordinarie. D’altronde la prima occupazione di un consulente SEO è lo studio dei motori di ricerca e come si fa a studiarli se non tramite il metodo empirico? Ovviamente non vorrei essere frainteso: Va bene sperimentare e quindi a volte sbagliare ma non in produzione su money site e siti dei clienti, quantomeno non senza attenta valutazione e nel 2° caso non senza il loro consenso.
Poi chiaramente ci sono anche altri tipi di errori, la versione meno romanzata della storia appena proposta. Gli errori di distrazione, non curanza, superficialità, ecc… che tutti commettono per svariati motivi. Anche da questi non esiste qualcuno che ne scampi credo, una volta nella vita tutti potremmo commettere un errore durante un lavoro. L’importante è riprendere il bandolo della matassa prima che ci scappi completamente dalle mani.
2. L’arrivo di nuovi competitor.
Questo è un motivo abbastanza bastardo perché imprevedibile ma più che altro difficile da mettere in conto. Un esempio rapido e stupido: Sto lavorando su “gioielleria Milano”, stimo 50K + IVA di budget ed a qualche mese dal termine dei lavori sono 2°. Mi vedo già in 1° posizione, ormai è fatta ed ho già comprato pasticcini e spumante per festeggiare col cliente. Arrivano però dei competitor che stanziano 50KK di budget, così termino il periodo di lavorazione in 5° posizione. Risultato: Sogni infranti. 1 anno perso. 50K buttati. Un disastro quando fino al giorno prima mi stavo soffocando di bignè e cherry buton dell’80.
Qui che fai? Ho fatto un esempio di molte poco larghe vedute, abbastanza esagerato e per certi versi surreale. In qualche occasione però una cosa del genere mi è capitata davvero e qua non puoi proprio fare nulla. Se un mercato che prima sembrava non profittevole si scopre una miniera d’oro, tutti ci si butteranno e magari con budget sovrastanti rispetto al tuo. Capita per 1 parola, capita per 1 intero progetto e capita per un’intera nicchia. Può capitare e non puoi fare altro che rivedere budget e tempistiche in questo caso.
3. Un cambiamento dell’algoritmo di Google.
Anche questo è un motivo abbastanza bastardo. In questo caso però è semplicemente imprevedibile visto che va messo in conto di default. Che Google cambi ogni giorno si sa e quindi non possiamo essere sorpresi con le mani nella marmellata, lo sappiamo che durante il corso dei lavori ci saranno terremoti che ci premieranno, ci penalizzerano, ci premieranno ancora per poi penalizzarci di nuovo e così via fino al termine dei lavori. Quindi più che un motivo per cui un lavoro di posizionamento e SEO possa fallire diciamo che è una constatazione. Un reminder. Cosa che mi porta a ribaltare la situazione affermando che: Un cambiamento di Google non è MAI motivo di fallimento di un lavoro di posizionamento e SEO. Lo è piuttosto la sottovalutazione del fattore Google o l’incompetenza del consulente, qua torniamo al punto 1.3, che non avrà considerato debitamente la più nota peculiarità di Google: Che cambia di continuo. Un po’ come le scale di Hogwarts a cui piace cambiare.